“All’inizio, subito dopo la diagnosi di sclerosi multipla, è stato un periodo molto buio, di solitudine. Anche se a parole comunicavo e condividevo, nascondevo le emozioni tenendomi dentro un malessere che era depressione.
Poi, c’è stata un’esplosione di amore per la vita. Ho deciso di affrontare questo cammino con il piede giusto e di cercare un equilibrio. Ho deciso di smettere di rimandare e iniziare a fare volontariato. Ho deciso di volermi più bene, e di iniziare a nuotare, dandomi degli obiettivi… fino ad arrivare a nuoto dall’altra parte dello stretto di Messina, fermandomi in mezzo per godermi il momento. E poi finalmente ho superato la paura più grande che avevo: diventare mamma. E oggi quello che mi fa stare meglio sono le piccole conquiste di Dante, che ha solo 9 mesi.
C’è talmente tanto da fare, da vedere, da scoprire e da conoscere…
Queste scarpe possono fare piccoli o grandi passi, lentamente o più velocemente, possono anche stare sopra una carrozzina: ma comunque si muovono. Nel mondo.
E sicuramente possono arrivare e aiutare qualcuno molto lontano da me, che io magari non potrei raggiungere. E portando in giro la mia storia dimostrano che muoversi è anche raccontare e condividere, e confrontarsi con chi può capire e ha fatto la stessa esperienza. È non chiudersi mai in se stessi. È cercare di superare i propri limiti, e aiutare gli altri a farlo. Perché la vita non si ferma con una diagnosi di sclerosi multipla.”